Introduzione
Il Sacrario Militare di Pocol a Cortina d'Ampezzo è un monumento alla memoria dei caduti della prima guerra mondiale, al cui interno sono conservati i resti di oltre 10.554 italiani deceduti sul Fronte Dolomitico. Si tratta di uno dei monumenti meno considerati a Cortina, ma secondo noi merita una visita, in quanto possiede un fascino particolare, in grado di evocare pensieri profondi e malinconici.
La storia del Sacrario
L' ossario di Pocol fu inaugurato nel 1939, i lavori iniziarono nel 1932 e furono completati nel 1935, su progetto dell'ingegner Giovanni Raimondi. L'ossario si presenta come un'imponente torre in pietra, di un colore vagamente arancio, alta quarantotto metri e chiaramente visibile da quasi ogni punto di Cortina.
La torre è composta da un basamento a due ripiani, che racchiude il vero e proprio Sacrario. Lo stile è quello dell'epoca, assimilabile con l'architettura razionalista del periodo fascista. Si tratta del monumento alla memoria più imponente sul fronte dolomitico.
... è stato eretto dove, in precedenza, c'era il Cimitero delle Aquile...
La torre è stata eretta sulla cima del Monte Crepa, a 1.535 metri sul livello del mare, nei pressi del Belvedere di Pocol. Qui, in precedenza, sorgeva il Cimitero delle Aquile, allestito nel 1915 per dare degna sepoltura a coloro che morirono durante l'avanzata sul fronte dolomitico.
Una volta completata la costruzione, le salme dei soldati vennero trasferite dal Cimitero delle Aquile all'interno dell'ossario, oltre ai resti di caduti italiani, noti ed ignoti, provenienti dai vari cimiteri di guerra del Cadore e dell'Ampezzano. Dell'operazione si occuparono squadre di operai militarizzati con l'assistenza di un cappellano militare.
Secondo alcune fonti, non tutta la popolazione era felice di spostare i caduti dal loro luogo di riposo. Grandi pensatori, del calibro di Paolo Monelli e Dino Buzzati, hanno provato a difendere la quiete degli antichi commilitoni, senza però ottenere risultati.
... le condizioni in cui versavano i cimiteri militari non erano ottimali...
Per dovere di cronaca, dai verbali comunali dell'epoca, appare chiaro che le condizioni in cui versavano i cimiteri militari non erano ottimali. Spesso veniva fatto notare che fossero necessarie riparazioni e manutenzioni. Probabilmente si cercò la soluzione migliore, che potesse dare una degna sepoltura ai caduti per lunghi anni a venire.
Il cimitero era servito da una piccola cappella, costruita nel 1916 dagli Alpini del 5° Gruppo, la cui campana suona ancora oggi, una volta all'anno, nell'anniversario della fine della Grande Guerra per l'Italia, il 4 novembre.
All'interno della chiesetta, sopra la porta di ingresso, è stato dipinto un affresco da Pio Solero, raffigurante la drammatica scena di un Alpino nella neve, mentre veglia un commilitone caduto.
... brillarono come stelle e si spensero nell'infinito...
Nella fotografia qui sotto potete vedere un'altra immagine dell'ingresso dell'ex cimitero. Commovente la frase scritta sul pannello in legno all'ingresso: "brillarono come stelle e si spensero nell'infinito".
All'inaugurazione, presieduta da un cappellano militare, risultavano presenti il sottosegretario De Marsanich, Sua Altezza Reale il duca di Pistoia, il figlio del General Cantore e la madre del tenente Barbieri.
... il totale delle salme è 10.554...
In origine all'interno del sacrario erano conservati i resti di 9.707 caduti italiani, di cui 4.455 rimasti ignoti, oltre a quelli di 37 caduti austro-ungarici noti, provenienti dai vicini cimiteri di guerra di Brunico e San Candido.
Negli anni successivi all'inaugurazione verranno portati nell'ossario di Pocol i resti di molti altri soldati riaffiorati sulle montagne, alla fine del 2010 il totale delle salme è salito a 10.554.
Visita all'ossario
Una volta parcheggiata la macchina nell'ampio parcheggio, entrate attraverso le mura, dove troverete una salita con esposte alcune opere in pietra dedicate ai caduti ed un cartello che invita al rispetto del luogo. Le sculture rappresentanti l'alpino sono una copia di quella che può essere vista nel centro di Cortina, sul monumento commemorativo al Generale Cantore, nei pressi della stazione degli autobus.
Una volta giunti in cima alla salita, verrete accolti da una statua del Leone di S. Marco. L'opera faceva parte di una fontana, collocata in piazza Venezia, nel centro del paese. Il leone venne fatto costruire dal Podestà di Cortina, nel 1936, per ricordare i giorni in cui Ampezzo faceva parte della Serenissima, in un periodo storico in cui il nazionalismo era molto forte. Negli anni '60 la fontana venne demolita e la statua del leone venne fatta spostare a Pocol.
Attraversate i due cannoni, che delimitano la gradinata di accesso scavata nella roccia, poi scendete lungo la rampa, fiancheggiata dalle tavole in bronzo della Via Crucis, realizzate da Giannino Castiglioni. Una volta raggiunto il piazzale principale, vedrete esposti altri reperti bellici e l'ingresso del santuario. Se svoltate a sinistra, addentrandovi un po' nel bosco, troverete la piccola chiesetta del Cimitero delle Aquile, di cui abbiamo parlato in precedenza.
Una volta visitato il piazzale, dirigetevi all'ingresso del santuario, delimitato da due pezzi di artiglieria. Attraversata la porta principale, verrete accolti da un ambiente molto austero, in linea con lo spirito del luogo. Nella cripta al centro della torre è presente una grande lapide in pietra, raffigurante il Fante Morto, al cui interno sono conservate le spoglie del Generale Antonio Cantore e del Tenente Francesco Barbieri, mentre le spoglie degli altri caduti sono raccolte in loculi disposti lungo le pareti interne dei corridoi.
Salendo al piano successivo è possibile vedere le tombe di Riccardo Bajardi e Mario Fusetti, oltre che avere una diversa prospettiva sulla la statua del fante morto. Purtroppo non è possibile salire fino alla cima della torre, da cui si vedrebbe un bellissimo panorama di Cortina, ma in fondo è comprensibile: non è un luogo di svago.
Una volta tornati nel salone principale potete uscire nuovamente all'aria aperta. La visita all'ossario si conclude qui, non vi resta che decidere se restare ancora in zona, oppure se tornare all'automobile.
Come raggiungerlo
Il Sacrario di Pocol è aperto i giorni feriali, escluso il lunedì, dalle ore 09.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00.
Può essere facilmente raggiunto in automobile, seguendo le indicazioni verso il Passo Giau ed il Passo Falzarego. Quando vedrete il bosco aprirsi passerete due tornanti stretti, poi vedrete un grande albergo, appena prima dell'hotel dovrete prendere la stradina a destra. In ogni caso la cosa più facile è cliccare il nome poche righe qui sopra, che rimanda a Google Maps, ed utilizzare il navigatore.
In alternativa, è possibile prendere la corriera n°30-31 per il Passo Falzarego e scendere alla fermata di Pocol. Si tratta di un bus stagionale, attivo circa da metà giugno a metà settembre. Per maggiori informazioni e per acquistare i biglietti vi consigliamo di rivolgervi alla biglietteria Seam, presso la stazione delle corriere di Cortina, considerate che potrebbe essere chiusa durante la pausa pranzo.
Infine potreste considerare di prendere un Taxi. Da Cortina al Sacrario Militare di Pocol il costo sarà, approssimativamente, di 30€. Considerate che i prezzi potrebbero variare molto, sia per il tipo di mezzo che per il numero di persone, chiedete sempre un preventivo. I Taxi si trovano sia in Piazza Roma, che alla stazione delle corriere, oppure potete cliccare qui per sito ufficiale del Taxi.
Per qualsiasi dubbio possiate avere potete consultare l'ufficio per le informazioni turistiche che si trova in centro.
Riflessione
Camminando in questo luogo, ed osservando le innumerevoli lapidi, il pensiero su quante giovani vite siano state spezzate su queste montagne è straziante. Si tratta di un luogo in grado di far davvero riflettere sugli orrori della guerra, sicuramente più delle fotografie presenti sui libri di storia.
Leggere l'impressionante numero di nomi scritti sulle pareti, considerando che la maggior parte delle salme non ha nemmeno un nome, è opprimente. Personalmente consideriamo che l'ossario di Pocol sia il luogo dove più si respira il lutto e la sofferenza che la guerra ha portato nelle Dolomiti.
Ovviamente non si tratta di un luogo per lo svago delle famiglie, ma di un cimitero alla memoria, quindi l'ambiente è austero ed invita alla riflessione sull'estremo sacrificio che i soldati hanno fatto per la patria, combattendo in condizioni disumane sulle trincee dolomitiche.
Curiosità
Prima di concludere, vogliamo lasciarvi con una curiosità. Ogni anno, la domenica dei morti, a Pocol viene celebrata la messa in suffragio di tutti i caduti durante la guerra 1915-1918, per conservarne con segno d'onore il perenne ricordo.
Per ricordare questo evento, durante la settimana che precede la commemorazione di tutti i fedeli defunti, viene accesa una grande croce sulla facciata dal sacrario militare, che è chiaramente visibile da qualsiasi punto del paese.
Conclusione
Sperando che questa pagina sul Sacrario Militare di Pocol vi sia piaciuta, prima di salutarvi, vi ricordiamo che potete leggere altri interessanti articoli su cosa fare e cosa vedere a Cortina sulla nostra Home Page.
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