La Storia di Cortina d'Ampezzo

Il passato di Cortina d'Ampezzo, la sua storia, la nascita dei luoghi di maggiore interesse e qualche curiosità sulla Perla delle Dolomiti. Una pagina in cui si parliamo della storia in modo approfondito, ma non troppo.

Introduzione

Conoscere la storia di Cortina d'Ampezzo significa capire meglio la vita dei nostri antenati che vivevano in montagna, scoprire qualcosa sulla guerra che ha lacerato le nostre montagne, ampliare la propria cultura generale e comprendere un po' meglio la vita nelle Dolomiti Ampezzane, a partire dall'arrivo dei primi cacciatori, intorno al 6000 avanti Cristo, fino ai giorni nostri.

Fotografia storica di Cortina d'Ampezzo
Creative Common, by Albertomos

Preistoria di Cortina

Partiamo dal presupposto che non esiste una data certa per la nascita di Cortina, quello che sappiamo è che le prime tracce di attività risalgono all'epoca mesolitica, grazie alla scoperta di una mummia. Si trattava di un cacciatore, seppellito in località Mondeval, che ha permesso di datare la presenza umana in queste zone ad, almeno, l'anno 6000 avanti Cristo.

Mondeval, dove sono stati trovati i resti del cacciatore
I prati di Mondeval

Nonostante la presenza in Cadore dei Paleoveneti e, successivamente, dei Romani, non ci sono prove concrete di nessun abitato stabile nella valle Ampezzana, almeno fino all'anno 1156, data dove Ampezzo appare nel primo documento ufficiale. Si tratta di un atto di vendita tra Domenico da Treviso e Giovanni da Cadore.

Se siete interessati alla storia delle Dolomiti in senso più ampio, ed alla loro formazione geologica, vi invitiamo a leggere la pagina seguente:

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Storia antica di Cortina

Fino all'anno 1510 Cortina era considerata come parte del Cadore e, probabilmente, era frequentata principalmente nei mesi estivi, in quanto la vita in inverno sarebbe stata molto difficile.

Per molti secoli questa località sarà conosciuta solo come Ampezzo, il suffisso Cortina sarà aggiunto solo nel 1900, come vedremo più avanti nell'articolo.

Strade di Cortina ad inizio secolo
Creative Common, by A.N.L.

Fino al XV secolo i territori del Cadore e d'Ampezzo vissero in uno stato di relativa pace, passando sotto il governo di Aquileia, del Tirolo e nuovamente di Aquileia.

... l'uguaglianza di tutto il popolo e la parità dei diritti tra uomini e donne...

Durante questo periodo storico furono redatti gli Statuti cadorini, da cui nacquero i Laudi delle Regole d'Ampezzo. Lo Statuto decretava l'uguaglianza di tutto il popolo davanti alle leggi comunitarie, non riconosceva ai propri cittadini alcun titolo nobiliare, promuoveva la parità dei diritti tra uomini e donne, esentava dalla coscrizione militare e ridimensionava il potere del clero.

Questi statuti furono estremamente all'avanguardia per l'epoca ed, in futuro, furono sempre riconfermati da chi governava su queste terre.

Nel 1412 d.C. la Repubblica di Venezia decise di conquistare i territori del Cadore e di Ampezzo, togliendoli al patriarcato di Aquileia, che faceva parte del Sacro Romano Impero.

... l'imperatore Massimiliano d'Asburgo conquistò la Rocca di Podestagno...

Per molti anni l'impero chiese la risoluzione di questo contenzioso, che avvenne un secolo dopo, quando dopo l'imperatore Massimiliano d'Asburgo conquistò la Rocca di Podestagno, conosciuta anche come Botestagno.

Il Castello di Podestagno in una stampa del diciassettesimo secolo

Massimiliano chiese la sottomissione degli ampezzani garantendo, in cambio, il mantenimento di tutti i privilegi, compresi quelli contemplati negli Statuti cadorini.

... la separazione di questi territori creò molte difficoltà nei rapporti futuri...

Ampezzo accettò, venne quindi accorpato fra i domini imperiali, mentre il Cadore restò in mano ai veneziani. La separazione di questi territori creò molte difficoltà nei rapporti futuri tra i due paesi, che per secoli vissero un vicinato abbastanza movimentato, seppur governato sempre da un discreto rispetto reciproco.

Nonostante qualche lite e percossa non risulta nessun caso grave di fraintendimento, infatti non c'è mai "scappato il morto".

Storia moderna di Cortina

Per quasi tre secoli la storia di Cortina proseguì nella tranquillità sotto il regno d'Austria, godendo di un'invidiabile autonomia e di un discreto benessere, grazie al commercio di legname. Questa pace durò fino all'arrivo dell'esercito di Napoleone che, nel 1809, conquistò Cortina e Dobbiaco, aggregandole nuovamente al Cadore.

Napoleone attraversa le Alpi
Creative Common, by Walker Art Gallery

Questa situazione non durò a lungo, in quanto neanche un paio di anni dopo, con la caduta di Napoleone, l'impero asburgico riuscì ad annettere tutti i territori che erano appartenuti alla decaduta Repubblica di Venezia, Cortina compresa.

... l'arrivo del turismo portò il paese ad essere riconosciuto come la Perla delle Dolomiti...

L'inizio del turismo, che permise di trasformare un paese di montagna nella località che conosciamo oggi, avvenne verso la fine del 1800. L'arrivo dei primi escursionisti portò il paese ad essere riconosciuto a livello internazionale come una delle località più belle delle Alpi, guadagnandosi l'appellativo di Perla delle Dolomiti.

La targa a Paul Grohmann, che portò il turismo in Ampezzo

L'arrivo del turismo portò anche una discreta ricchezza, che permise la nascita di molti degli edifici che si possono ammirare ancora oggi, primo fra tutti il campanile, eretto tra il 1852 ed il 1858. Se volete sapere qualcosa di più sul campanile di Cortina, vi invitiamo a leggere la pagina che abbiamo scritto sull'argomento, la trovate di seguito:

Il campanile di Cortina
Il campanile di Cortina Tutto quello che c'è da sapere sul campanile di Cortina, visibile da qualsiasi punto della valle. Tempo di lettura: 6 min

Il successo di Cortina sembrava inarrestabile, ma lo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, portò a combattere su queste terre una logorante guerra di trincea.

Militari a Cortina d'Ampezzo
Creative Common, Guerra Bianca

I combattimenti si conclusero nel 1918, con la sconfitta degli austriaci nella battaglia di Vittorio Veneto, che portò l'annessione di Cortina al Regno d'Italia, inizialmente sotto la provincia di Trento.

... il suo nome venne mutato da Ampezzo a Cortina d'Ampezzo...

Il 21 gennaio 1923 il comune fu però assegnato alla provincia di Belluno, ed il suo nome venne mutato da Ampezzo a Cortina d'Ampezzo.

Con l'arrivo del fascismo Cortina conobbe un forte ritorno al turismo, che però le costò gran parte della sua identità. Molte delle più alte gerarchie fasciste amavano trascorrere qui le loro vacanze, portando un grande afflusso di capitali, utilizzati per la costruzione di piste da sci ed impianti di risalita, ma anche la richiesta di un omogeneizzazione linguistica da parte del popolo ampezzano.

Cartolina storica del sacrario militare di Pocol
Cartolina storica

In questo periodo venne anche eretto l'ossario ai caduti di Pocol, un luogo dove sarebbero state conservate le spoglie mortali di tutti i soldati rinvenuti nelle Dolomiti e che, fino a quel momento, erano sepolti in piccoli cimiteri di guerra. Se volete approfondire l'argomento, vi invitiamo a leggere la pagina in cui ne parliamo dettagliatamente:

Il sacrario militare di Pocol
Il sacrario militare di Pocol L'ossario che sovrasta Cortina. Una meta poco conosciuta, ma di sicuro interesse storico. Tempo di lettura: 6 min

Fu in questo periodo che l'italiano prese il posto del ladino come lingua principale e molte strade vennero ribattezzate con nomi più patriottici, come ad esempio via Cesare Battisti o Corso Italia. Per la popolazione di Cortina fu un duro colpo, in quanto avevano mantenuto una forte autonomia per tutta la loro storia precedente.

L'arrivo della seconda guerra mondiale rallentò di molto le attività turistiche di Cortina, che venne nuovamente invasa dai Nazisti. I tedeschi mandarono molti giovani al fronte e ne fecero una città ospedaliera, preservandola in questo modo dai bombardamenti. L'arrivo degli Americani portò alla liberazione di Cortina, che venne nuovamente annessa all'Italia.

Lo stadio del Ghiaccio di Cortina in una fotografia storica del 1971
Creative Common, by Wusel007

La storia moderna di Cortina si conclude con l'arrivo delle olimpiadi del 1956, le prime trasmesse in televisione, che portarono la Perla delle Dolomiti alla fama internazionale, che conosce ancora oggi. Da quel giorno le apparizioni sul grande schermo non fecero che susseguirsi, il turismo prese il volo e si ebbe un boom economico come non se ne erano mai visti prima.

Molti edifici che vennero eretti durante le olimpiadi sono ancora visitabili, come ad esempio lo Stadio del ghiaccio o il Trampolino Italia a Zuel.

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Le Regole d'Ampezzo

Le Regole d'Ampezzo, o comunioni familiari, sono un'istituzione attiva ancora oggi che amministra i boschi ed i pascoli ampezzani. Agiscono secondo un complesso di istituzioni, leggi, usanze ed abitudini che affondano le loro radici nella storia più antica di Cortina.

La casa delle Regole di Cortina

Il primo documento scritto che ufficializza questo tipo di amministrazione risale agli Statuti cadorini, la cui stesura è stimata intorno al 1235, ma si suppone che le Regole abbiano origini ben precedenti, intorno all'ottavo secolo dopo Cristo.

... la proprietà di un bosco o di un pascolo è comune tra gli aventi diritto...

Al contrario del diritto romano, dove il proprietario di un terreno è lo stato o chi lo ha acquistato regolarmente, a Cortina, in Cadore ed in Comelico, la proprietà di un bosco o di un pascolo è comune tra gli aventi diritto, ovvero i residenti originari, e non può essere ceduto se non per linea ereditaria diretta. L'Istituto Regoliero è riconosciuto dal diritto dello Stato Italiano attraverso specifiche leggi, che ne tutelano la particolare realtà.

Il territorio è suddiviso in undici Regole, nello specifico: Alto Lareto, Ambrizola, Bassa di Lareto, Cadin, Campo, Fraina, Mandres, Pocol, Rumerlo e Zuel. Da circa vent'anni le diverse Regole si sono unite in comunanza.

... i Marighi non possono rifiutare l'incarico...

Ogni Regola è gestita da un responsabile amministrativo detto Marigo. Da statuto, i Marighi sono eletti una volta all'anno, lavorano senza retribuzione e non possono rifiutare l'incarico, salvo che dietro il pagamento di un'ammenda. Le decisioni principali che i Marighi dovevano prendere in passato riguardavano il bestiame e l'alpeggio, oltre che il pagamento dei pastori, che solitamente erano stipendiati. I Marighi esistono ancora oggi, anche se ovviamente il loro ruolo per la società è più marginale rispetto al passato.

Mucca al pascolo

Una volta all'anno tutti i Regolieri si incontrano in assemblea, per discutere dell'anno trascorso e votare gli eventuali punti all'ordine del giorno. Inizialmente le riunioni si svolgevano all'aperto, ma dal 1957 gli incontri avvengono nella sede ricavata dalla vecchia scuola del paese, riconvertita nella Ciasa de Ra Regoles, la casa delle Regole di cui abbiamo già parlato nella pagina dedicata alla via centrale di Cortina, Corso Italia, che trovate di seguito:

Cosa vedere in Corso Italia
Cosa vedere in Corso Italia Gli edifici ed i punti di interesse nel centro di Cortina d'Ampezzo, con qualche curiosità. Tempo di lettura: 17 min

Considerato che i boschi, come accennato precedentemente, sono una specie di "proprietà privata comune", ogni regoliere ha diritto ad una quota del legname che proviene dal taglio degli stessi. Si tratta di sette metri steri di legna per ogni capo famiglia, più un metro stero per ogni suo componente.

Questa legna, in passato, era molto utile per scaldare o cucinare. Ogni regoliere può, inoltre, richiedere del legname da costruzione, il migliore disponibile, ma solo per uso proprio, escludendo la possibilità di farne commercio.

Abiti storici al museo delle Regole

Ai giorni d'oggi il territorio di proprietà delle Regole d'Ampezzo conta circa 16.000 ettari e comprende grandi boschi di conifere, principalmente abete rosso, larice, abete bianco e cirmolo.

Con il passare dei secoli i compiti di questa antica istituzione sono andati evolvendo. Ad oggi le Regole si occupano principalmente della tutela del territorio, della gestione del Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, dell'assegnazione dei beni comuni come rifugi d'alta quota e pascoli, oltre che della conservazione della cultura e delle tradizioni ampezzane. Quest'ultima viene promossa principalmente attraverso il museo etnografico d'Ampezzo. Se l'argomento vi interessa, dovreste leggere la pagina seguente:

I Musei delle Regole d'Ampezzo
I Musei delle Regole Tre interessanti musei locali: una pinacoteca, una raccolta di fossili ed un museo etnografico. Tempo di lettura: 6 min

I Sestieri d'Ampezzo

Durante il Medioevo, Ampezzo faceva parte del Cadore, di cui costituiva una delle dieci Centene. Le centene sono delle suddivisioni amministrative tipiche dei paesi Nordici, abitate da circa cento famiglie. Ogni centena era comandata da un Officiale ed era a sua volta suddivisa in dieci decene, comandate da dieci Decani.

Intorno al 1500, forse per spirito di emulazione nei confronti di Venezia, le decene furono ridotte a sei e vennero chiamate Sestieri. I Sestieri sono rispettivamente Alverà, Azon, Cadin, Chiave, Cortina e Zuel.

Gli stemmi dei Sestieri d'Ampezzo

Ogni Sestiere aveva un capo villaggio, che veniva eletto una volta all'anno, detto Laudador, una parola dialettale ormai in disuso. Il compito principale del Laudador era quello di organizzare la vita all'interno dei villaggi, mantenere l'ordine, comunicare con gli altri capi villaggio e coordinare le attività degli uomini di fatica in caso di imprevisti, come ad esempio incendi o frane.

... ogni Sestiere aveva un capo villaggio...

Nel corso degli anni il ruolo dei capi villaggio si è andato man mano ridimensionando, fino all'arrivo dell'epoca moderna, dove il ruolo dei Sestieri ha assunto un valore principalmente folcloristico, ed i capi villaggio sono stati rimpiazzati dai Presidenti dei Sestieri. Si tratta di volontari che si occupano di organizzare le attività dei Sestieri, come ad esempio le feste campestri di Cortina, di cui abbiamo parlato approfonditamente nella pagina seguente:

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Cosa sono le feste campestri Un'attività estiva amata dai turisti e dai residenti, dove mangiare e stare in compagnia. Tempo di lettura: 9 min

I Sestieri d'Ampezzo organizzano anche altre attività, probabilmente la più interessante, almeno dal punto di vista storico, è il Palio dei Sestieri. Si tratta di una competizione non agonistica dove sei squadre, una per ogni distretto, si sfidano in una gara di Sci di Fondo a staffetta.

Atleti al Palio invernale dei Sestieri

La prima edizione del palio è stata corsa nel 1936 e da allora sono state disputate tutte le edizioni, salvo quelle dal 1941 al 1945 a causa della grande guerra e quella del 2021 a causa dell'emergenza Covid. Se volete approfondire le attività svolte oggi dai sestieri d'Ampezzo, vi invitiamo a leggere la pagina seguente:

Cosa sono i Sestieri d'Ampezzo
Cosa sono i Sestieri Un nome che racchiude diverse realtà, una pagina sui Sestieri d'Ampezzo, dal passato ad oggi. Tempo di lettura: 6 min
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Il Gran Consiglio

Come già accennato in precedenza, l'organizzazione dei villaggi che componevano l'abitato di Cortina era in mano ai capi villaggio, uno per ogni Sestiere, denominati Laudador. Il compito di questi sei uomini divenne più importante nel 1508, in seguito alla separazione da Venezia. A quei tempi Ampezzo faceva riferimento al Parlamento di Pieve di Cadore per le questioni legali e la sua assenza, dovuta alla separazione, avrebbe portato sicuramente a problemi nella gestione delle dispute.

... Ampezzo faceva riferimento al Parlamento di Pieve di Cadore...

Inizialmente si pensava che l'assemblea delle Regole avrebbe potuto fornire una buona soluzione, ma non era possibile garantire l'imparzialità di tali sedute. Si decise che la cosa più semplice sarebbe stata organizzare un consiglio indipendente, chiamato Gran Consiglio. Questo era composto da 24 persone, tra cui i sei Laudador entranti ed i sei uscenti, oltre che altre figure di spicco del paese, come ad esempio il Capitano del castello di Podestagno.

Lo stemma del Comune di Cortina

I compiti del Gran Consiglio erano legati alla gestione del territorio in ogni sua parte. Leggendo tra gli oltre 800 documenti dell'epoca gli storici hanno trovato decisioni riguardanti religione, istruzione pubblica, bilanci, giustizia, difesa, agricoltura, trasporti, strade, fino ad arrivare alla caccia, compresa quella al lupo e all'orso. All'epoca questi predatori erano presenti nella valle ed erano pericolosi per gli allevamenti, più che per la popolazione.

... ha amministrato saggiamente il paese per secoli...

L'importanza del lavoro svolto da questo parlamento si può percepire ancora oggi. Ha amministrato saggiamente il paese per secoli, gestendo responsabilmente i proventi della vendita del legname, costruendo opere pubbliche di grande valore, preservando il territorio dagli abusi e portando il paese ad essere quello che è oggi.

Cortina non è solo una cittadina dalla grande bellezza, che ha saputo preservare la sua identità, ma è diventata, con il suo splendido campanile, una delle immagini più iconiche della bella vita e delle vacanze in montagna.

La Rocca di Podestagno

Quello che resta oggi della rocca di Podestagno sono poco più che dei ruderi, ma in passato questa roccaforte è stata fondamentale per la difesa di Cortina, qualunque fosse la fazione che decideva di conquistarla in quel particolare periodo storico.

Il primo documento che parla di Podestagno, o Botestagno, è datato 1175, ma è probabile che il castello fosse già presente molto prima. La rocca sorge sulla cima di uno sperone roccioso nei pressi del parcheggio per andare alla Malga Ra Stua e può essere facilmente raggiunto sia dalla strada statale che dalla passeggiata dell'ex ferrovia.

Una ricostruzione della rocca di Podestagno al museo delle Regole d'Ampezzo di Cortina

Dopo che Venezia conquistò i territori d'Ampezzo nel 1412 e li tolse dalle mani del patriarca d'Aquileia, si trovò nelle condizioni di dover conquistare la rocca, per poter creare un avamposto difensivo delle nuove terre conquistate.

... l'unico modo per ottenere la rocca fu quello di mettere mano al portafoglio...

Il compito fu molto più difficile di quanto immaginassero, al punto che dovettero rinunciare all'assalto e comprarono la rocca a peso d'oro, vista la sua quasi totale inespugnabilità. Lo stesso successe quasi un secolo dopo, quando Massimiliano d'Asburgo chiese la resa d'Ampezzo al regno d'Austria. L'unico modo per ottenere la rocca fu quello di mettere mano al portafoglio.

Per molti secoli il castello garantì la difesa delle terre d'Ampezzo, fino a metà del 1700, quando il perfezionamento delle artiglierie rese molto meno importante l'esistenza della rocca.

Nell'anno 1908 venne a Cortina un miliardario americano che, dopo aver visto il castello di Podestagno, se ne innamorò alla follia. Decise che voleva costruire a tutti i costi una villa in quella splendida posizione. Se vi capitasse di visitarlo, vedrete che godeva di un panorama mozzafiato. Il consiglio delle Regole, però, decretò che non aveva intenzione di cedere la proprietà, perché non volevano precludere ad eventuali visitatori di vedere i resti di quel venerando castello.

La collina dove sorgeva in passato il castello

Come saggiamente previsto dal consiglio, ad oggi la Rocca di Podestagno è abitualmente frequentata da turisti e residenti. Oltre alla storia i visitatori possono ammirare un bellissimo panorama sulla valle Ampezzana. Se volete sapere come visitare i resti del castello ed avere qualche informazione in più, vi invitiamo a leggere la pagina dedicata all'escursione da Ra Stua alla rocca di Podestagno, conosciuta anche come Botestagno. La trovate di seguito:

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Le date più importanti

Concludiamo la pagina con le date più importanti della storia d'Ampezzo, molte date sono state trattate nei capitoli precedenti, mentre altre sono state inserite per dare un contesto ai periodi storici che sono stati presi in esame. Alcuni dei nomi descritti potrebbero non dire molto al turista di passaggio, ma si tratta di momenti determinanti per la storia di Cortina e delle valli vicine.

Curiosità e ringraziamenti

Prima di concludere vorremmo lasciarvi con una curiosità. Molti si chiedono da dove deriva il nome Ampezzo. Sebbene non ci sia una chiara origine, studiosi e glottologi locali sono d'accordo nel farlo derivare dal latino amplus, ovvero luogo aperto, ampio, da cui deriva la parona Ampiezza. Il suffisso Cortina, invece, deriva da piccola corte. Non si capisce se riferito al villaggio nella sua interezza o solo al sestiere centrale del paese, per la cortina che circondava il cimitero.

Per la stesura di questo articolo è stato fondamentale lo studioso e scrittore Mario Ferruccio Belli che, dopo averci donato una copia autografata del suo libro Storia di Cortina d'Ampezzo, ci ha permesso di appassionarci all'argomento, fornendo le fondamenta indispensabili per la realizzazione questa pagina. Le informazioni contenute sono state successivamente integrate con i testi di altri autori, come ad esempio Storia di Cortina di Giuseppe Richebuono ed altro materiale, come i calendari della Cooperativa di Cortina o i siti internet del Comune di Cortina e delle Regole d'Ampezzo.

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Conclusione

Sperando che questa pagina sulla storia di Cortina d'Ampezzo vi sia piaciuta, prima di salutarvi, vi ricordiamo che potete leggere altri interessanti articoli su cosa fare e cosa vedere a Cortina sulla nostra Home PageLink interno .

Se volete ringraziarci potete farlo visitando la pagina SostieniciPiccolo cuore . Se, invece, volete suggerire una modifica, proporre qualcosa o farci solo un saluto, nella sezione Info e ContattiEmail icon troverete i diversi modi per raggiungerci.

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