Introduzione
La storia delle Dolomiti, dal punto di vista geologico, è molto interessante, in quanto permette di capire cosa ha portato alla nascita di un panorama unico, come quello di Cortina d'Ampezzo.
Si tratta di un fenomeno iniziato milioni di anni fa, che ha lentamente spinto il fondale oceanico a diventare uno dei luoghi tra i più iconici al mondo.
È avvenuto attraverso processi geologici complessi, come la litogenesi, la trasformazione dei sedimenti in roccia, l'orogenesi, l'emersione dal mare di questi sedimenti subacquei e la morfogenesi, ovvero l'opera di modellamento, da parte degli agenti atmosferici, di queste pareti di roccia.
... la storia delle Dolomiti è stata una spina nel fianco per i geologi...
Quello però che molti non sanno è che la storia delle Dolomiti, e delle rocce che la compongono, è stata una bella spina nel fianco per i geologi.
Nonostante il processo con cui le montagne si sono formate è noto ormai dal 1700, ma solo nel 1995 gli scienziati sono riusciti a riprodurre in laboratorio, a temperatura ambiente, le condizioni necessarie alla formazione della Dolomia, la roccia di cui sono composte le Dolomiti.
Questa sarà senza dubbio una pagina un po' tecnica, ma riteniamo che sia davvero interessante, per ampliare la conoscenza del territorio di Cortina e delle Dolomiti nella loro interezza.
In questa pagina parleremo della storia delle Dolomiti in senso geologico, tralasciando la storia recente di Cortina, in quanto la descriviamo approfonditamente nell'articolo seguente:
Gli argomenti trattati sono ispirati da due seminari informativi, presentati dal prof. Nereo Preto, durante gli incontri de "La Scienza in un bicchiere" e che possono essere visti, gratuitamente, su YouTube. Anche se la qualità audio potrebbe essere migliore, sono molto interessanti e vi invitiamo ad ascoltarli cliccando qui, per il primo video, mentre dovrete cliccare qui, per il secondo.
Il tempo geologico
Innanzitutto cerchiamo di mettere un po' in prospettiva il periodo di cui andremo a trattare. In geologia, per datare una determinata roccia, viene utilizzato il tempo geologico. Ovviamente si tratta di un tempo molto più ampio di quello utilizzato nel misurare la storia moderna, in quanto prende in considerazione periodi della durata di milioni di anni.
Tanto per capire quanto possono essere lunghi questi periodi, tutta la storia umana documentata ha una durata di circa dodicimila anni, mentre i primi ominidi sono comparsi sulla terra molto prima, circa quattro milioni di anni fa. La roccia che compone le Tofane, invece, ha iniziato a formarsi circa duecento milioni di anni fa, 50 volte prima che i primi ominidi iniziassero a vivere nelle caverne.
Il tempo geologico è suddiviso in periodi, ad esempio giurassico, siluriano o Permiano. La storia delle Dolomiti è quasi tutta racchiusa nel periodo triassico, che è situato tra i 200 ed i 250 milioni di anni fa. La causa di una datazione così ampia è data dal fatto che, le Dolomiti, sono delle formazioni rocciose che si sono create per stratificazione, come vedremo nel prossimo capitolo.
La stratificazione
Le dolomiti sono composte da tanti strati di sedimenti, depositati in fondo al mare in stratigrafia, ovvero uno strato sopra l'altro, un processo che ha richiesto milioni di anni.
La formazione, a strati, delle rocce è un fenomeno che può essere visto su quasi tutte le montagne che compongono le Dolomiti. Gli strati più bassi hanno circa duecentocinquanta milioni di anni, mentre gli strati più alti circa duecentoventi milioni.
Per fare alcuni esempi: la punta del Lagazuoi, dove sorge l'omonimo rifugio, può essere datata circa 235 milioni di anni fa, nel periodo Carnico, mentre alcune tra le montagne più caratteristiche delle Dolomiti, come ad esempio le Tre Cime di Lavaredo o le Tofane, possono essere datate all'incirca 220 milioni di anni fa, nel periodo Norico.
Caratteristiche delle Dolomiti
Quello che rende le Dolomiti uniche al mondo, al punto di farle diventare patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2009, sono senza dubbio il loro colore e la loro forma.
Il colore è caratteristico perché le Dolomiti sono chiare, al contrario di gran parte delle altre montagne, che sono scure.
La forma è unica perché le Dolomiti sono dei gruppi montuosi isolati, caratterizzati da grandi pareti verticali che escono da grandi pascoli erbosi, come delle enormi cattedrali che sorgono su un terreno collinoso.
... permettono di passeggiare attraverso le stratificazioni, solitamente sotterranee...
Inoltre, le Dolomiti sono molto interessanti dal punto di vista geologico. Sono l'unica area al mondo con facile accesso a piattaforme carbonatiche di grande scala e permettono di passeggiare con grande facilità attraverso le diverse stratificazioni, che solitamente sono sotterranee.
Quindi, a cosa sono dovute queste caratteristiche? A queste domande risponde il prof. Nereo in maniera molto approfondita nei due video di cui abbiamo parlato in precedenza, che andremo a riassumere di seguito.
Storia geologica delle Dolomiti
La nascita delle Dolomiti, come già accennato in precedenza, è avvenuta lungo un periodo geologico durato milioni di anni. Quell'era era caratterizzata da una costante variazione del livello delle acque, che portò alla formazione di diversi habitat, ognuno abitato da diverse forme di vita.
Il nostro pianeta, in quel periodo, era molto diverso da quello che conosciamo oggi, c'era infatti un unico grande continente, detto Pangea, costantemente scosso da forti terremoti ed enormi eruzioni vulcaniche.
... il territorio risultava sommerso da un grande mare tropicale...
Il territorio attualmente occupato dalle Dolomiti, in quel periodo, sorgeva su latitudine e longitudine diverse dalle attuali e risultava sommerso da un grande mare tropicale, ricco di forme di vita.
In seguito ad un periodo di forti eruzioni, questo mare venne sostituito da rocce vulcaniche, dal caratteristico colore scuro, dove sorsero grandi foreste tropicali.
... il mare portò alla formazione di vaste barriere coralline...
Il mare, un milione di anni dopo, tornò ad impossessarsi delle terre emerse, portando alla formazione di vaste barriere coralline. In seguito il terreno tornò ad emergere e le acque, ormai basse, permisero lo sviluppo di pesci di varie specie e di grossi bivalvi, quindi seguì la comparsa dei primi rettili terrestri.
Intorno a quel periodo si formarono alcuni dei fossili più conosciuti delle Dolomiti, che possono essere trovati anche nel Museo Paleontologico Rinaldo Zardini di Cortina d'Ampezzo, di cui abbiamo parlato parlato nell'articolo seguente:
La presenza di un mare tropicale permise, inoltre, la formazione di organismi in grado di produrre carbonato di calcio come, ad esempio, i coralli, che lo producevano sotto forma di uno scheletro ancorato al fondo marino. Quando il primo corallo moriva, sul suo scheletro ne sorgeva un secondo, e così via.
A lungo andare questa stratificazione di scheletri di corallo permise la formazione di piattaforme carbonatiche, ovvero delle montagne sottomarine, che si spingevano sempre più in alto, alla ricerca della luce solare, fondamentale per la vita di queste creature.
... il panorama delle Dolomiti assomigliava vagamente a quello delle Maldive...
In questo modo il fondo marino assunse sempre più la forma di grandi distese pianeggianti, composte da roccia vulcanica, su cui sorgevano oasi di vita che, stratificandosi, crearono vaste isole rocciose.
Tanto per darvi un'idea, il panorama delle Dolomiti, in quel periodo, assomigliava vagamente a quello delle attuali Maldive, ma con i toni del verde al posto dell'azzurro. Quelle che oggi sono le vette delle montagne formavano le isole. Quelli che oggi sono i boschi ed i pascoli erano completamente sommersi e formavano il fondale marino.
Nelle fotografie grande di seguito potete osservare due immagini prese da Google Earth, con la stessa altitudine, che mostrano le similitudini tra le Maldive e le Dolomiti.
La trasformazione da fondale marino a catena montuosa iniziò circa 80 milioni di anni fa, quando i movimenti sismici causati dallo scontro tra il continente africano e quello europeo spinsero le Dolomiti verso l'alto, facendo emergere queste enormi piattaforme carbonatiche di colore chiaro, che spiccavano sul fondale, di colore più scuro.
Con il passare del tempo la natura prese possesso dei terreni più accessibili, facendo crescere erba ed alberi lungo il suolo precedentemente occupato dal fondale marino, mentre gli agenti atmosferici modellarono la roccia dolomitica, trasformando un fondale tropicale nello splendido panorama che conosciamo oggi.
Il problema della Dolomite
Come già accennato in precedenza, le Dolomiti sono di colore chiaro, tanto che alcuni le chiamano i monti pallidi. Questo è dovuto al fatto che la roccia che le compone, chiamata Dolomia, è composta da Calcite (Carbonato di calcio) oppure Dolomite (carbonato doppio di calcio e magnesio), entrambe di colore molto chiaro.
La particolarità della Dolomia è stata scoperta inizialmente dal naturalista e geologo francese Déodat de Dolomieu (1750–1801), che per primo notò le peculiari caratteristiche di questa roccia nei gruppi montuosi delle Alpi, chiamate poi Dolomiti in sua memoria. In suo onore è stato eretto un memoriale nei pressi dello stadio del ghiaccio di Cortina d'Ampezzo.
I geologi dell'epoca avevano dedotto che questa particolare roccia nasceva in maniera naturale, in un ambiente ricco di coralli, ma per secoli nessun geologo riuscì a ricrearla in laboratorio a temperatura ambiente.
Questo paradosso è conosciuto come "il problema della Dolomite" e può essere riassunto così: in passato è stata prodotta, nei laboratori, dolomite in quantità enormi, ma mai a temperatura ambiente. Riuscirci era, ovviamente, fondamentale, per poter comprendere esattamente il modo in cui le Dolomiti si erano formate.
Il problema venne, in parte, risolto nel 1995, quando un gruppo di geologi si recò nei pressi della Sabkha di Abu Dhabi, dove la dolomite si stava formando in modo naturale, e scoprì che la dolomitizzazione si verifica in condizioni ambientali particolari, con ipersalinizzazione delle acque e presenza di particolari alghe e batteri, che sembrano favorirne lo sviluppo.
Soltanto una volta che furono utilizzati questi batteri, in soluzione ipersalina, fu possibile creare in laboratorio della dolomite a temperatura ambiente.
Le Dolomiti, quindi, sono montagne di corallo?
In base a questi studi si è scoperto quindi che le Dolomiti si sono formate in seguito a due eventi ben distinti: una prima parte caratterizzata dalla presenza di coralli, con la formazione di grandi piattaforme carbonatiche, ed una seconda fase, un po' meno romantica, dove la presenza di alghe e batteri favorì la formazione di grandi quantità di rocce di colore chiaro, che danno il caratteristico colore alle montagne che conosciamo così bene.
Insomma, rovinando un po' la poesia, ma abbracciando quello che la ricerca scientifica ha dimostrato, le Dolomiti sono anche di origine batterica. Per concludere il suo intervento, scherzando, il professor Nereo Preto definisce le Dolomiti come "Le montagne di batteri mucillaginosi". Ovviamente lo ha fatto ridendo, sapendo che quello dei batteri è stato un contributo fondamentale tanto quello dei coralli. In ogni caso, batteri o coralli, nulla può eclissare la magnificenza delle nostre montagne, un orgoglio nazionale che il mondo intero ci invidia.
Tutti i processi descritti in questa pagina sono stati perfettamente riassunti in un video della Fondazione Dolomiti UNESCO, che potrete vedere cliccando qui.
L'enrosadira
Grazie alle loro particolari caratteristiche geologiche, nelle Dolomiti avviene un fenomeno chiamato enrosadira, che significa letteralmente "diventare di color rosa" e deriva dalla parola ladina enrosadöra. Si tratta della colorazione delle cime dolomitiche di un colore molto acceso durante il tramonto o l'alba..
Il colorarsi delle montagne durante l'alba ed il tramonto avviene in tutto il mondo, ma grazie alla riflettività delle pareti rocciose delle Dolomiti, solo qui è possibile assistere all'alternarsi di tinte vive come l'arancio, il rosso ed il viola.
Questo fenomeno può essere visto solo nelle giornate limpide ed è possibile grazie alle caratteristiche geologiche uniche che abbiamo descritto in precedenza. Aspetti simili del fenomeno sono visibili in generale sulle montagne calcaree, come sul Gran Sasso d'Italia o anche sugli altopiani carbonatici del Supramonte sardo.
Esiste una leggenda sull'origine di questo fenomeno, che racconta la storia di Ladinia, figlia del re Laurino, che venne rapita dal principe del Latemar dopo che questo la vide nel giardino di rose del re. Colto dalla disperazione il sovrano lanciò una maledizione sul suo giardino di rose: né di giorno, né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Il re Laurino, però, dimenticò l'alba e il tramonto, dove il giardino ed i suoi colori possono essere ancora ammirati.
Conclusione
Sperando che questa pagina sulla storia geologica delle Dolomiti Ampezzane vi sia piaciuta, prima di salutarvi, vi ricordiamo che potete leggere altri interessanti articoli su cosa fare e cosa vedere a Cortina sulla nostra Home Page.
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